VISITE GUIDATE STRAORDINARIE ALL’ANTICO CIMITERO EBRAICO DI VENEZIA

Domenica 27 agosto sarà possibile accedere straordinariamente in questo luogo di grande fascino e memoria al Lido di Venezia con i tour alle ore 10,30, alle 12, alle 15,30 e alle 17. Continuano i percorsi di visita al Ghetto Ebraico di Venezia in italiano e inglese

Riaprirà straordinariamente domenica 27 agosto l’antico Cimitero Ebraico al Lido di Venezia. La Comunità ebraica di Venezia in collaborazione con Opera Laboratori propone tre turni di visite guidate, su prenotazione, alle ore 10,30, alle 12, alle 15,30 e alle 17 per scoprire un luogo ricco di grande fascino e di memoria, uno dei cimiteri più antichi al mondo, tra le prime testimonianze della presenza ebraica nella città lagunare. 

Nel 1386 il doge Antonio Venier concesse ad un nucleo di famiglie ashkenazite un vasto appezzamento di terreno di circa seimila metri quadri presso San Niccolò di Lido, isolato e fuori dai confini della città, da destinare a loro luogo di sepoltura.

Una storia, cadenzata nei secoli da costruzioni di importanti lapidi alcune delle quali ci raccontano ancora oggi delle vite di molte persone illustri. 

Il cimitero si trova infatti vicino alla bocca di porto e in tempi di guerra era spesso attraversato dalle truppe che non solo danneggiavano le lapidi, ma si accampavano all’interno degli spazi cimiteriali arrecandone distruzioni. In epoca napoleonica venne poi utilizzato anche come cava e moltissime pietre tombali servirono per ricostruire il forte di San Nicolò e come basamento per i cannoni puntati verso il mare.

Malgrado queste parziali distruzioni il luogo ancora nell’Ottocento incantò, con la sua atmosfera carica di romantica memoria storica, poeti e letterati come Goethe, Byron e Shelley che non mancarono di visitarlo durante i loro soggiorni a Venezia. 

Ancora oggi il cimitero ebraico del Lido si offre ai visitatori con grande fascino e un’atmosfera che sembra aver sospeso il tempo in una memoria eterna che appartiene a tutti. Molte le lapidi recuperate infatti e più di mille, databili tra il 1550 e il primo Settecento, quelle catalogate grazie a un complesso lavoro di restauro finanziato da risorse pubbliche e private.

Il costo per la visita guidata, incluso il diritto di prenotazione è di 

€ 14,00 a persona

€ 12,00 per i bambini dai 6 anni in su e gli studenti fino ai 26 anni di età

€ 9,00 riservato ai veneziani di nascita e/o di residenza

Per info e prenotazioni:

+ 39 055 2989815 – ghettovenezia@operalaboratori.com

COME RAGGIUNGERE IL CIMITERO AL LIDO DI VENEZIA: Linee 5.1, 5.2, 20 (fermata Lido S.M.E., pontile A)

Linee 5.1, 5.2, 6 (fermata Lido S.M.E., pontile B)

Linee 14, N (fermata Lido S.M.E., pontile C)

Linee 1, 10, N (fermata Lido S.M.E., pontile D)

Linea 10 (fermata Lido S.M.E., pontile E)

Linea 14 (fermata Lido S. Nicolò M/N)

Linea 17 (fermata Lido S. Nicolò N/T)

Autobus linea A

“10 SETTEMBRE 2023 – GIORNATA EUROPEA DELLA CULTURA EBRAICA: LA BELLEZZA”

Il tema della Giornata della Cultura Ebraica di quest’anno è la Bellezza e non è difficile coniugare questo termine con Venezia e con il suo Ghetto cinquecentesco.

Vorremmo però provare a pensare quante sfaccettature può avere il bello e il suo riflesso sull’inconscio umano.

Per l’occasione apriamo molti luoghi del Ghetto e ne offriamo la gratuità d’accesso con l’intento di rendere fruibile la bellezza della diversità, attraverso momenti di condivisione della cultura ebraica.

MERCANTI E STRACCIAIOLI DEL GHETTO DI VENEZIA

Dal 2 maggio al 30 agosto l’esposizione realizzata dalla Comunità Ebraica di Venezia, dal Museo ebraico e da Opera Laboratori

È un filo di seta che accomuna i tre manufatti d’uso liturgico familiare e sinagogale esposti in mostra. Un filo con una dimensione fisica, ma anche un prezioso filo spirituale.
Un filo sottile ma forte come nessun altro, un filo che sopravvive di generazione in generazione, un filo che racconta il passato al futuro, un filo che esposto alla luce risplende in decine di sfumature.

Anat Yadin Shriki

Tre secoli di storia raccontati attraverso manufatti tessili. La mostra “Mercanti e stracciaioli nel Ghetto di Venezia”, a cura del direttore del Museo Ebraico di Venezia, Marcella Ansaldi, nasce in occasione di un importante intervento di restauro conservativo offerto da Opera Laboratori e realizzato con grande maestria nei laboratori toscani, sotto il vigile coordinamento della responsabile del Laboratorio di restauro tessile, Carla Molin Pradel e documentato nel catalogo edito da Sillabe. 

Dal 2 maggio al 30 agosto in Campo di Ghetto Novo, nello spazio Ikona Gallery un’esposizione, quella voluta dalla Comunità Ebraica di Venezia, che vuole essere una finestra aperta sulla vita quotidiana del Ghetto di Venezia attraverso la sua storia. Sullo sfondo c’è la Repubblica Serenissima, che emana leggi e regola la vita dei veneziani e degli stranieri presenti in città. Tra gli stranieri ci sono gli ebrei, rinchiusi nel ghetto dal 1516. 

Già a partire dal 1400 nel sestiere di Cannaregio sono fiorite molte attività artigianali, tra queste quella dei Testori da seda, cioè dei tessitori di sete, che intrecceranno interessanti rapporti commerciali con gli ebrei del ghetto. Nel 1600 nascono molte botteghe, prima in Ghetto Novo e poi in Ghetto Vecchio. 

A metà del Settecento Venezia conta 795 tessitori, di cui l’84% vive nel sestiere di Cannaregio. Il Ghetto è circondato da ogni lato da centinaia di botteghe di Testori, i tessitori cristiani. Le officine sono situate nelle soffitte delle case, in quelle con molte finestre dove si può lavorare alla luce del sole e distinguere i tanti colori dei filati. Agli ebrei non era concesso tessere, potevano solo vendere le strazze, ma, nonostante la legge, molti artigiani ricevono ordinazione di merce dai mercanti ebrei del Ghetto. 

Il Ghetto di Venezia è stato teatro di una esperienza esistenziale senza uguali, dove la sopravvivenza economica degli ebrei è strettamente connessa ai mestieri loro concessi o imposti. La mostra percorre questi intrecci di storie offrendo la possibilità di vedere tre preziosi tessuti inediti, qui esposti dopo un accurato restauro a cura di Opera Laboratori.

Con Opera Laboratori – spiega Dario Calimani, presidente della Comunità ebraica di Venezia – abbiamo avviato una collaborazione illuminata e preziosa che, con questa mostra di preziosi tessuti legati alla liturgia ebraica e ora restaurati nei loro laboratori fiorentini, presenta il primo frutto di un percorso culturale che porta a conoscenza del pubblico opere d’arte finora rimaste nascoste nei depositi museali”.

Quando si pensa al Ghetto di Venezia – precisa Marcella Ansaldi, curatrice della mostra e direttore del Museo Ebraico di Venezia – e alla vita quotidiana che si svolge al suo interno, si stenta a immaginare il fervore artistico della città in pieno Rinascimento: Gentile e Giovanni Bellini, Carpaccio, Tiziano, Tintoretto, Veronese, solo per citare dei colossi, ritraggono scene della Torah e talvolta rappresentano gli ebrei, senza mai apparentemente incontrarli o conoscerli. Vittor Carpaccio quando ritrae Venezia e il suo splendore, pare estraneo all’operazione socio-economica, ma soprattutto umana, che la città sta vivendo in quegli anni: la fondazione del Ghetto”. 

“La collaborazione con la Comunità ebraica di Venezia – aggiunge Beppe Costa, presidente di Opera Laboratori – sta dando i suoi frutti. Quando abbiamo intrapreso, a gennaio scorso, questo cammino condiviso l’abbiamo fatto consapevoli del valore di un luogo storico come il primo ghetto d’Europa. Questa mostra ci vede al fianco della Comunità ebraica di Venezia, per l’allestimento, la comunicazione, la stampa del catalogo oltre che per un complesso e delicato intervento di restauro su alcune delle opere esposte. Siamo sempre più convinti di poter contribuire con la nostra professionalità alla valorizzazione delle collezioni del Museo Ebraico di Venezia che dopo secoli di storia, ancora oggi, parlano al cuore oltre che agli occhi di tantissime persone”.

Per info e prenotazioni

tel. + 39 055 2989815
e- mail
ghettovenezia@operalaboratori.com

Ufficio stampa

Opera laboratori

Andrea Acampa, tel. 055290383 – cell. 3481755654, a.acampa@operalaboratori.com